Possiamo notare lo stesso rapporto di proporzioni tra due esseri umani, entrambi di 60 kg. Se, ad esempio, uno dei due viene investito da un virus, da un’influenza, mentre l’altro è in perfetto stato di salute, la sua densità di materia raddoppierà in quanto attraversato da vibrazioni più lente e pesanti. Per lo stesso motivo un essere che si ciba costantemente di carni animali avrà di certo una densità di materia maggiore di quella di un vegetariano; o una persona che fa uso di alcool o droghe vibrerà molto più lentamente di un essere umano dedito allo sport. Questo spiega anche il fatto che poche gocce di olio essenziale di Rosmarino possano spesso risultare più efficaci e curative di un suo decotto o infuso. Il decotto di Rosmarino, o l’infuso disperdono infatti gran parte delle sue proprietà durante la bollitura dell’acqua il cui vapore, veicolo dell’olio, non ridiscende come distillato ma si volatilizza. L’olio invece, così come lo abbiamo estratto, proprio perché ridiscende come distillato grazie al sistema di chiusura ermetica, non disperde nessuna delle sue proprietà risultando completamente integro, ovvero mantenendo una vibrazione più veloce e leggera di quella del decotto.
La natura, nella sua infinita saggezza, ci impone delle leggi ben precise da osservare: affinché avvenga un’armonica reintegrazione delle parti essenziali del rosmarino useremo dunque questa proporzione e il relativo dosaggio in grammi o millilitri.
Per rendere completo il primo ciclo è necessario intraprendere ancora due operazioni.
Per l’estrazione dell’olio essenziale ci siamo serviti della
distillazione, per quella dello spirito abbiamo usato il processo della
fermentazione, per innalzarli entrambi ad una vibrazione più alta li abbiamo purificati per mezzo della
sublimazione, per estrarre il sale abbiamo attuato la
calcinazione, per separare i sali solubili da quelli non solubili, la
soluzione. Quanto appena detto è stato sintetizzato nello schema
QUI.
Detto ciò, ci appresteremo adesso tramite l’
unione, a mettere insieme tutte le componenti della pianta dando vita ad un amalgama che successivamente renderemo stabile, compatto e cristallizzato per mezzo della
fissazione. Se con le prime cinque operazioni non abbiamo fatto altro che sciogliere e separare, con le ultime due dovremo unire e cristallizzare; se all’inizio abbiamo operato tramite distruzione adesso sarà necessario ricreare. Se prima abbiamo sciolto(
Solve) ora dovremo coagulare (
et Coagula).
Per unire le sei sostanze della pianta dovremo realizzare un impasto simile a quello che si forma durante la lavorazione della pizza o di una qualsiasi ciambella fatta in casa, o ancora, simile a quello realizzato dai muratori nel preparare il cemento per le costruzioni delle case.
Per prima cosa misceliamo pian piano, in un recipiente di porcellana, le quattro polveri di sale. Quando avremo ottenuto un’unica polvere, disponiamola in modo che assuma le sembianze di un vulcano, versiamogli sopra i 5ml di olio essenziale e cominciamo a rimestare il tutto delicatamente. Quando il sale avrà assorbito tutto l’olio sarà pronto per assorbire altro liquido. Avvenuto ciò, versiamo dunque i 2,5 ml di alcool etilico e rimestiamo fino a quando l’impasto non avrà raggiunto la consistenza di una
poltiglia. Durante questa operazione dovremo prestare molta attenzione affinché l’amalgama sia omogenea ed uniforme, non formi grumi, crepe o lesioni. L’operazione dell’unione terminerà quando i sali avranno pienamente assorbito anche l’alcool. Ciò che ne verrà fuori sarà un
miscuglio argilloso dalla consistenza abbastanza compatta, ma ancora piùttosto molle e plasmabile dal punto di vista della forma. Per renderlo maggiormente compatto, per far si che l’alcool e l’olio si fissino interamente nel sale, fino a che il tutto diventi simile ad una pietra, esponiamo la poltiglia ad una temperatura non superiore ai 50°C. In altre parole, l’impasto dovrà essere cotto ad una temperatura quasi naturale fino a quando non diventi
solido, per poi divenire nero; ciò si ottiene aumentando gradualmente il grado di calore.
Con l’unione dei
tre principi filosofici purificati e la formazione della pietra, siamo così giunti alla conclusione di questo primo ciclo. Il rosmarino si è trasformato in un piccolissimo sasso senza che ne sia stata eliminata o esclusa alcuna sua parte. Ciò che all’inizio dell’esperimento era una massa voluminosa di
rosmarino ha elevato le sue vibrazioni trasformandosi in una
pietra nera (il punto di partenza per la
pietra filosofale), che ci appresteremo a purificare con l’inizio del secondo ciclo.