I cinque sensi sono, tuttavia, impossibilitati a indirizzarsi verso altri mondi, in quanto appartengono alla sfera terrestre, sono un tutt’uno con essa. Com’è normale, ogni percezione appare reale poiché viene ripetuto per numerose ore al giorno, e in questo modo dimentichiamo che oltre a quello che percepiamo quotidianamente con i sensi possa esistere dell’altro; anche un qualsiasi sogno, infatti, ci darebbe l’apparenza di realtà se lo sognassimo per molte ore al giorno. Se si vuole rispettare il nostro principale compito e dovere, che ci è sussurrato dalla parte più intima del nostro essere, è necessario sviluppare anche altri sensi, che siano in grado di rendere onore all’ essere umano.
Ciò che percepiamo non è altro che una sensazione: il mondo così come lo vediamo è un insieme di vari gruppi di sensazioni che, però, scaturiscono dal interno del nostro essere, da un suo strato intermedio. I cinque sensi fungono solamente da "interruttori" che avviano una o più correnti dei suddetti gruppi. Ci è possibile fare esperienza del colore del cielo, del sapore di una fragola, del dolore di una ferita, grazie all’attivazione dei nostri cinque sensi da parte di "qualcosa" – questo primo passo si definisce propriamente percezione, ma non si è mai coscienti del fenomeno nella sua purezza – che richiama i nostri gruppi di sensazioni. È facile trovare testimonianza di questo meccanismo nelle occasioni in cui capita di trovarci di fronte, ad esempio, ad una forma che per la carenza di luce non richiama in noi l’"appropriato" gruppo di percezione, ed ecco che andiamo a tentativi: il cespuglio lontano mosso dal vento può apparirci un uomo o altro.
Tutto il processo accade nell’uomo in maniera più o meno inconscia, data la sua convinzione che mondo esteriore ed interiore siano qualcosa di distinto e separato. Non sa che il mondo esteriore scaturisce proprio da lui stesso; non bisogna dimenticare, tuttavia, che egli è solamente un essere tra tanti nell’universo, ed è l’insieme di tutti a creare il cosmo stesso. Come in ogni processo vivente esiste una "proprietà emergente", che è qualcosa in più rispetto alle singole parti; ad esempio nell’uomo essa corrisponde alla coscienza, se soltanto egli sapesse come far funzionare le tre sfere – quella intellettuale, emotiva e fisica – contemporaneamente. Dunque, per l’intero cosmo la "proprietà emergente" è l’assoluto stesso; nonostante il processo appaia invertito considerando la creazione dell’universo da un punto di vista razionale e lineare, linearità che, comunque, è valida solamente per l’uomo.