Se osserviamo il complesso dal punto di vista di alcune condizioni interiori – chiamate anche "corpi sottili"– da sviluppare, possiamo suddividere l’evoluzione cosciente in 3 passaggi fondamentali: la costruzione dei corpi astrale, mentale e causale.
Solamente quando si possiede – ci scusiamo per l’inadeguatezza dell’espressione – l’abbozzo di un "corpo mentale" è possibile parlare di un microcosmo in tutti i sensi, di un essere che adempie nella sfera terrestre alle stesse funzioni di altri fenomeni universali simili su diverse scale. Altrimenti si rimane una mera possibilità non utilizzata, un seme, dai "comuni" individui qui sulla terra come da molti pochi che tentano qualcosa in quella direzione.
La magia, l’alchimia, la meditazione, il tai chi ecc. sono solamente dei mezzi per raggiungere questo scopo, almeno cosi era previsto in origine, quando furono delineate le diverse vie per aiutare l’uomo a svilupparsi, in secondo luogo sono stati creati per facilitare la vita sul pianeta che chiamiamo Terra.
Microcosmo significa "essere un cosmo in miniatura", specchio perfetto del cosmo in grande; nella situazione nella quale si trova, tuttavia, l’uomo ne è molto lontano, troppo forti attrazione terrestre e la pesantezza della materia, con le quali, volente o nolente, combatte in continuazione. La materia, in particolare, avrebbe il compito di fornire l’attrito necessario per elevarsi: senza un’ombra non può esserci luce, senza un peso non si possono sviluppare muscoli. Ma si è totalmente identificati con la propria immagine, perciò spesso non ci si accorge neanche di come essa sia solamente di una controparte terrestre sul palcoscenico chiamato "società". Ed è questa figura che pensa al microcosmo, che inventa dottrine assurde senza comprendere in realtà nulla di esse,senza averle sperimentate, tranne forse nei propri sogni diurni e notturni.
Se è vero, come alcuni affermano, che l’uomo possiede già il corpo astrale, mentale e altri simili "optional", dunque un elevatissimo livello di coscienza, come si può giustificare la permanenza delle guerre? E, in questo caso il libero arbitrio non rappresenta una soluzione, perché chi è che sceglie?
Come mai ci ronzano continuamente in testa pensieri senza alcun controllo da parte nostra? Come mai non si è capaci di mutare uno stato d’animo a proprio piacimento?
Queste e molte altre domande potrebbero risultare estremamente utili ad un ricercatore d’animo sincero, che non voglia sprecare il suo tempo a trastullarsi in fantasie inutili.
Se non si è capaci di orientare un pensiero nella direzione voluta, di bloccare determinate sensazioni dannose, cosa distingue una persona "spirituale" da una persona "comune"?